Quanto risparmiano in media gli italiani: ecco la risposta ufficiale

Il comportamento degli italiani nel campo del risparmio rappresenta una dinamica fondamentale per comprendere la stabilità economica e le scelte finanziarie delle famiglie. Secondo i dati più aggiornati, nel 2025 si registra una crescita significativa nella percentuale degli italiani che riescono a mettere da parte una parte delle proprie entrate: un segnale di attenzione crescente verso il futuro e la gestione consapevole delle risorse personali.

Quanto risparmiano gli italiani?

Nel 2025, una ricerca condotta dal Gruppo Intesa Sanpaolo insieme al Centro Einaudi ha evidenziato come il 58% degli italiani sia riuscito a risparmiare parte del proprio reddito, il valore più alto degli ultimi vent’anni. Un dato in costante crescita: solo nel 2023 era del 52%, salendo al 56% nel 2024, e raggiungendo quindi un nuovo record nel 2025. Questo trend positivo mostra come la gestione finanziaria sia diventata una priorità per una fascia sempre più ampia della popolazione italiana, con un’attenzione particolare sia all’imprevisto che alla progettualità personale e familiare. Una quota crescente di risparmiatori pianifica i propri obiettivi finanziari: il 38% dei risparmiatori italiani rientra tra coloro che adottano strategie intenzionali e mirate per il futuro, che sia per acquistare una casa, preparare la pensione o sostenere le nuove generazioni.

Risparmio medio per famiglia e pro-capite

La media annua di risparmio delle famiglie italiane si attesta intorno al 10% del reddito netto disponibile. In termini assoluti, secondo dati della Banca d’Italia e di Istat, il risparmio medio privato per famiglia raggiunge la cifra di 176.000 euro. Questo dato, naturalmente, comprende le disparità territoriali e demografiche: ci sono regioni e province con valori più elevati e altre dove la quota risparmiata è meno rilevante.

Per analizzare più nel dettaglio le abitudini finanziarie dei cittadini, si può valutare il risparmio pro-capite, ossia la media di denaro risparmiato da ciascun individuo. Una recente elaborazione su fonti nazionali indica che ogni cittadino italiano possiede mediamente 37.525 euro di risparmi.

Tali valori riflettono sia il patrimonio detenuto in forma liquida (depositi bancari, contanti) sia quello investito in strumenti finanziari come titoli, fondi e azioni.

Come sono distribuiti i risparmi degli italiani?

I risparmi totali delle famiglie italiane superano i 2.200 miliardi di euro. Di questa somma, ben 1.131 miliardi sono custoditi sotto forma di depositi bancari (conti correnti, libretti, depositi a vista), mentre 1.079 miliardi confluiscono in investimenti mobiliari come titoli, fondi comuni, azioni e altre soluzioni di investimento. Questo equilibrio tra liquidità e investimento riflette una forte propensione alla sicurezza da parte delle famiglie italiane, che lasciando ingenti somme sui conti correnti o in contanti si espongono al rischio di perdita di valore dovuta all’inflazione.

Un aspetto interessante riguarda la distribuzione geografica dei depositi bancari: le province di Bolzano, Milano e Piacenza risultano ai primi posti per entità media di risparmi depositati nei conti bancari, rispettivamente con circa 29.700, 27.000 e 26.900 euro. Seguono a breve distanza altre province come Belluno, Sondrio e Isernia.

  • Bolzano: 29.692 euro di depositi medi per abitante
  • Milano: 26.989 euro
  • Piacenza: 26.869 euro
  • Belluno: 24.912 euro
  • Sondrio: 24.834 euro
  • Isernia: 24.674 euro

Queste differenze riflettono le disparità economiche regionali e la maggiore capacità di risparmio nei territori con un tenore di vita più elevato. Tuttavia, emerge anche una significativa quota di italiani che preferisce trattenere denaro in forme liquide piuttosto che investirlo, mantenendo così una posizione prudente rispetto ai rischi dei mercati finanziari.

Motivazioni alla base del risparmio

Da tempo il risparmio precauzionale rappresenta la motivazione principale: il 36% degli intervistati indica la necessità di affrontare imprevisti o periodi difficili come causa dominante per accumulare risorse. Cresce però la categoria dei risparmiatori intenzionali, ovvero coloro che stabiliscono obiettivi di vita ben precisi (comprare casa, sostenere i figli, pianificare la pensione) e predispongono strategie per raggiungerli.

Negli ultimi anni, anche grazie a una maggiore alfabetizzazione finanziaria e all’aumentata disponibilità di strumenti digitali, si nota una trasformazione del profilo del risparmiatore italiano. Una quota crescente di adulti e persino di anziani continua non solo a risparmiare, ma anche a investire in modo consapevole, orientando le proprie scelte sia alla protezione del proprio benessere sia al sostegno delle generazioni future.

Il risparmio si riconferma dunque, nella società italiana, come valore cardine e strumento di progettualità, sicurezza e responsabilità sociale. Un dato che trova riscontro non soltanto nei numeri ma anche nell’immaginario e nella tradizione nazionale, come testimoniato anche nella voce specifica di Wikipedia dedicata al concetto di risparmio.

Scenari, rischi e opportunità

Nonostante la crescita della percentuale di famiglie risparmiatrici, permane una fetta significativa di popolazione che non riesce a risparmiare: secondo alcune rilevazioni, il 76% degli italiani non riesce a mettere da parte nulla di concreto entro fine anno, spesso a causa del carico fiscale, dell’aumento del costo della vita e della debole crescita salariale.

Altro aspetto degno di attenzione riguarda la ripartizione delle risorse: un terzo del patrimonio finanziario degli italiani resta fermo nei cassetti o nei conti correnti, invece di essere impiegato in strumenti che potrebbero produrre rendimenti migliori su medio-lungo termine. La paura di perdere il capitale investito e la scarsa fiducia nei mercati spesso spingono le famiglie all’immobilizzo della liquidità.

La sfida per il futuro sarà quindi duplice: da un lato, favorire l’inclusione finanziaria di chi ancora non riesce a risparmiare; dall’altro, incentivare le forme di investimento più efficaci, orientando le scelte verso strumenti capaci di tutelare il potere d’acquisto e sostenere la ricchezza delle famiglie nel tempo. L’educazione finanziaria, il supporto personalizzato e il potenziamento delle reti informative saranno elementi chiave per migliorare ulteriormente la situazione nei prossimi anni.

Lascia un commento