La conservazione di un insetto in modo che rimanga integro e senza essere rovinato è una pratica fondamentale non solo per chi si dedica all’entomologia, ma anche per appassionati, studenti e curiosi della natura che vogliono preservare esemplari per studio o collezione. I metodi adottati permettono di conservare la morfologia, i colori e i dettagli anatomici senza rischiare decomposizione o danni da umidità, muffa e attacchi di altri insetti decompositori.
La preparazione iniziale dell’insetto
Il primo passo è la raccolta accurata dell’esemplare. Subito dopo la cattura, è necessario eutanasizzare l’insetto in modo etico e rapido. Solitamente si utilizza un barattolo con etanolo, etere o acetato d’etile, lasciando l’insetto all’interno finché non cessa di muoversi. Questo processo consente di evitare danni ai segmenti del corpo e di impedire la fuoriuscita di liquidi interni.
Una volta prelevato l’insetto, si valuta il metodo di conservazione più adatto:
- Per esemplari piccoli, molli o di dimensioni microscopiche si preferisce la conservazione in soluzione alcolica, generalmente alcol etilico al 70%.
- Gli insetti di medie o grandi dimensioni con esoscheletro rigido, come coleotteri o farfalle, sono adatti alla conservazione a secco tramite spillatura e in appositi contenitori orizzontali detti cassette entomologiche.
Metodi per la conservazione senza rovinarlo
La spillatura è il metodo più usato per gli insetti con tegumento coriaceo. Occorre scegliere uno spillo in acciaio inox apposito, con dimensioni proporzionate all’esemplare. Si inserisce lo spillo al centro del torace evitando di lesionare punti vitali per l’identificazione.
Se l’insetto rischia di perdere la posizione naturale delle ali o zampe, queste vanno sistemate con pinzette e fissate tramite piccole striscioline di carta e altri spilli sottili fino a completa essiccazione. L’essiccazione ottimale si ottiene lasciando il campione in un luogo aerato, asciutto e lontano dalla luce diretta del sole.
Nelle cassette entomologiche o nei piccoli contenitori ermetici si dispone una base di polistirolo espanso o sughero dove inserire gli spilli. Questo metodo protegge l’insetto dalla polvere e dagli urti. È importante aggiungere all’interno del contenitore un repellente per muffe e infestanti: le soluzioni più comuni includono piccole quantità di canfora o naftalina, evitando il contatto diretto con l’esemplare (secondo esperienze mostrate in tutorial di preparazione entomologica).
Soluzioni per mantenere i colori originali e dettagli anatomici
Alcune specie, come le libellule o i lepidotteri, tendono a perdere colore dopo il trattamento. Un accorgimento pratico consiste nell’immergere temporaneamente l’insetto in aceto o acetone, per un tempo proporzionato alle dimensioni. Questa tecnica consente di fissare i pigmenti e rallentarne la degradazione durante la fase di essiccazione. È importante però agire con cautela e testare tempi e concentrazioni in base alla specie da conservare.
L’umidità ambientale favorisce la crescita di muffe e la degradazione dei tessuti. Per questo motivo, è necessario:
- Mantenere una bassa umidità nell’ambiente di conservazione (inferiore al 50-55%).
- Controllare periodicamente la presenza di parassiti (ad esempio piccoli acari o coleotteri) e intervenire subito in caso di infestazione con prodotti specifici o refrigerando la cassetta per alcuni giorni a basse temperature (crioconservazione).
Per chi ha esigenza di conservare particolari collezioni, ad esempio in musei o archivi, esistono dispositivi professionali che utilizzano la crioconservazione per debellare parassiti e mantenere gli esemplari intatti negli anni, come avviene per reperti museali e campioni di importanza scientifica.
Conservazione in alcol: un metodo alternativo
Alcuni insetti molli, come afidi, larve di ditteri o bruchi, non si prestano alla conservazione a secco. La soluzione migliore è immergerli direttamente in alcol etilico al 70% in una provetta o flacone di vetro, ben chiuso. L’alcol blocca la decomposizione e mantiene stabili sia i tessuti sia le caratteristiche cromatiche essenziali per il riconoscimento scientifico.
Questo metodo è ideale anche per raccolte a fini di ricerca, dove la possibilità di eseguire estrazioni di DNA o analisi dettagliate richiede che il tessuto sia il più possibile vicino allo stato originale.
Consigli pratici per una conservazione duratura
- Controllare periodicamente lo stato degli esemplari e dei contenitori per prevenire muffe e infestazioni.
- Mantenere i campioni in luoghi bui, freschi e asciutti, lontano dalla luce diretta e fonti di calore.
- Etichettare sempre ogni campione con data e località di raccolta, nome dell’insetto, eventuali note sulle condizioni di ritrovamento e metodo di conservazione.
- Evitare il contatto diretto tra repellenti chimici e gli esemplari per non rovinarne i dettagli.
Oltre alle pratiche sopra descritte, è utile ricordare che il biologo o l’appassionato devono sempre valutare la strategia di conservazione più corretta in base alle caratteristiche anatomiche dell’esemplare. Un approccio personalizzato permette di ottenere risultati ottimali e longevi.
La conservazione degli insetti senza rovinarli richiede pazienza, attenzione ai dettagli e l’uso di semplici materiali come spilli, cassette, nastri di carta, contenitori ermetici, insieme a piccoli accorgimenti scientifici come il fissaggio dei colori e il controllo dell’umidità. Seguendo i metodi tradizionali e le innovazioni più recenti, è possibile custodire intatto il fascino straordinario di ogni esemplare, per scopi didattici, scientifici o semplicemente per il piacere di preservare una meraviglia della natura.