Non usare la candeggina classica in questi casi: ecco quando serve la versione delicata

Molto spesso nelle operazioni di pulizia domestica o del bucato, si commette l’errore di utilizzare indiscriminatamente la candeggina classica, ignorando che esistono contesti in cui questa scelta può risultare dannosa sia per i tessuti sia per l’ambiente. La scelta tra la versione classica, a base di cloro, e la candeggina delicata, realizzata con perossido di idrogeno, non è mai casuale ma segue criteri precisi dettati dalla composizione dei capi e dal risultato desiderato. In molte situazioni è preferibile utilizzare la versione delicata, che, grazie alle sue caratteristiche, permette di igienizzare e smacchiare anche i capi più sensibili senza comprometterne la colorazione e la struttura delle fibre.

Le differenze chimiche e pratiche tra le due candeggine

La differenza sostanziale tra candeggina classica e delicata risiede nella loro composizione chimica. La prima, nota anche come ipoclorito di sodio, contiene cloro e viene utilizzata principalmente come disinfettante potente e sbiancante per i capi bianchi resistenti. Tuttavia, la sua azione aggressiva può risultare distruttiva sulle fibre e sulla colorazione di molti tessuti. La candeggina delicata, invece, è composta generalmente da perossido di idrogeno (acqua ossigenata), che svolge un’azione ossidante più blanda, senza compromettere i colori e le fibre delicate.Quest’ultima permette inoltre di ottenere buoni risultati anche a basse temperature di lavaggio, a partire da 30°C fino ai lavaggi a freddo, riducendo il rischio di danni permanenti sui capi colorati e delicati.

Una distinzione molto importante riguarda anche il processo di smacchiatura. La candeggina classica è indicata esclusivamente per capi bianchi, robusti come asciugamani e lenzuola, su cui bisogna eliminare macchie ostinate o igienizzare in profondità. Invece, sui tessuti delicati o colorati, il rischio è la decolorazione irrecuperabile e indebolimento delle fibre, che con il tempo può portare anche a piccoli strappi.

Quando evitare la candeggina classica e usare la versione delicata

Non bisogna mai usare la candeggina classica nei seguenti casi:

  • Quando si lavano capi colorati. Il cloro altera i pigmenti, provocando aloni e una perdita irregolare del colore anche dopo un solo lavaggio.
  • Sui tessuti delicati, come seta, lana, viscosa, lino fine, fibre sintetiche particolarmente sensibili: qui il rischio di danneggiamenti, ingiallimenti e irrigidimento della stoffa è altissimo.
  • Quando si desidera igienizzare senza necessariamente sbiancare: ad esempio per biancheria intima colorata, capi sportivi tecnici, camicie e indumenti per bambini realizzati con materiali delicati.
  • Per la pre-lavatura di macchie localizzate su tessuti delicati o colorati, dove la candeggina classica potrebbe danneggiare sia la zona trattata che il resto del capo.
  • Sulle superfici della casa realizzate in materiale sensibile, come il marmo e l’acciaio inox, per evitare corrosioni e opacizzazioni.

In tutte queste situazioni la candeggina delicata è la scelta ideale, perché agisce selettivamente sulle macchie e sui batteri senza interagire con i pigmenti colorati.

I vantaggi di scegliere la candeggina delicata

Optare per la versione delicata consente di allungare la vita dei tessuti, mantenendo inalterate le colorazioni e la morbidezza anche dopo più lavaggi. Può essere impiegata regolarmente sui capi colorati per rimuovere macchie di natura organica (sudore, alimentari, erba) o per dare una disinfezione aggiuntiva, fondamentale in presenza di bambini, persone allergiche o durante periodi di malattie influenzali. L’azione a basse temperature rende inoltre il processo più rispettoso dell’ambiente, riducendo il consumo energetico e il rischio di rilascio di sostanze inquinanti.

Inoltre, la candeggina delicata può essere efficace anche per altri tipi di pulizia oltre il bucato, ad esempio per sanificare bagni e superfici della cucina

Essendo meno aggressiva, la versione delicata si adatta ottimamente anche al lavaggio a mano, dove il controllo diretto del tempo di posa riduce ulteriormente qualsiasi rischio per i tessuti più fragili.

Consigli per un uso corretto e accortezze

  • Non eccedere con le dosi: sia la candeggina classica che quella delicata devono essere dosate con moderazione. L’eccesso non migliora il risultato, ma incrementa solo il rischio di danneggiamenti.
  • Per una smacchiatura localizzata, applicare la candeggina delicata direttamente sulle macchie con un bastoncino di cotone, lasciandola agire solo il tempo necessario.
  • In lavatrice, è consigliabile usare la candeggina delicata solo dopo che gli enzimi dei detersivi hanno avuto il tempo di agire, perché gli ossidanti come il perossido di idrogeno possono neutralizzare l’effetto degli enzimi presenti nei detergenti commerciali.
  • Non utilizzare prodotti delicati con tensioattivi aggiuntivi insieme a detersivi già complessi: si rischia di avere troppa schiuma e una pulizia inefficace.
  • Effettuare sempre una prova su una piccola parte nascosta del tessuto, specialmente nel caso di capi preziosi o a tinta molto accesa.

La candeggina delicata possiede un’azione efficace contro germi e batteri anche su capi che richiedono cura particolare. Sale così di importanza il suo impiego in lavatrice, specialmente per chi cerca un’alternativa sicura ai disinfettanti tradizionali e vuole evitare l’usura prematura del bucato più pregiato.

Ricordare che, nonostante la delicatezza della formulazione, anche questa tipologia va usata con giudizio: un uso eccessivo può stressare le fibre e diminuire l’intensità dei toni colorati con il tempo. La candeggina delicata rappresenta quindi una soluzione versatile e moderna, adatta a chi desidera capi igienizzati senza rinunciare alla sicurezza e vivacità dei propri vestiti.

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