Molte persone, per ragioni di comodità o necessità, si trovano a dormire seduti ogni notte, ma pochi conoscono cosa questa abitudine comporti davvero per la salute. La posizione in cui si riposa il corpo durante le ore di sonno influenza profondamente numerosi processi fisiologici, dal funzionamento del sistema muscolo-scheletrico fino alla qualità del riposo, passando per le complicazioni che possono insorgere in caso di prolungata immobilità.
Impatto muscolo-scheletrico: colonna vertebrale e collo sotto stress
Dormire seduti comporta inevitabilmente un allineamento spinale scorretto, specialmente se la testa non è adeguatamente sostenuta. Nel tempo, questa posizione favorisce dolori al collo, tensioni muscolari e disturbi vertebrali, con manifestazioni che possono variare dalla semplice rigidità fino a irritanti contratture e, in alcuni casi, a problematiche croniche della colonna cervicale e dorsale. Gli esperti raccomandano l’utilizzo di cuscini ergonomici o poggiatesta specifici; tuttavia, la natura stessa della posizione seduta impedisce il completo rilassamento dei muscoli paravertebrali e rischia di accentuare fragilità e infiammazioni articolari.
La colonna vertebrale, privata del naturale supporto fornito dal letto e dalla posizione supina o laterale, è sottoposta a uno stress costante, aumentando il rischio di scoliosi e degenerazioni discali.
Rischi vascolari e metabolici: trombosi e alterazione dei parametri metabolici
Uno dei pericoli maggiori legati al dormire seduti è l’aumento della possibilità di sviluppare una trombosi venosa profonda (TVP). L’immobilità, tipica della posizione seduta durante il sonno, può favorire il ristagno del sangue negli arti inferiori, elevando il rischio di formazione di coaguli. Questi episodi sono particolarmente frequenti in soggetti predisposti, ma possono emergere anche in persone apparentemente sane. Per ridurre la probabilità che ciò accada è importante mantenere una minima attività muscolare anche da seduti, cercando movimenti periodici delle gambe e idratandosi costantemente.
Inoltre, stare seduti a lungo, sia di giorno che durante il sonno, ha conseguenze negative anche sul cuore, il colesterolo, la circonferenza addominale e sui valori di emoglobina glicata, aumentando il rischio di diabete di tipo 2. Questi fattori di rischio si sommano a quelli già presenti in chi conduce una vita sedentaria, aggravando il quadro metabolico complessivo anche nei più giovani.
Qualità del sonno e funzioni cognitive: riposo frammentato e stanchezza mentale
La posizione seduta non permette un rilassamento adeguato della muscolatura e rende difficile raggiungere le fasi profonde del sonno, come quella REM. Questo porta a un riposo notturno meno efficace, spesso frammentato da frequenti risvegli, sogni angosciosi e scatti involontari delle gambe. L’alterazione delle fasi del sonno si traduce in una riduzione della capacità di rigenerazione cellulare e a un peggior recupero psicofisico.
Sul fronte cognitivo, il sonno insufficiente o di bassa qualità può provocare irritabilità, problemi di memoria, difficoltà di concentrazione e persino sintomi depressivi. La privazione costante delle giuste ore di sonno aggrava tali disturbi, aumentando il rischio di declino cognitivo, specialmente in individui sprovvisti di adeguati momenti di recupero.
Benefici e motivazioni: quando dormire seduti può essere necessario
Nonostante i rischi, ci sono alcune situazioni in cui dormire seduti può avere dei vantaggi. Può aiutare a ridurre sintomi come apnea del sonno, russamento, allergie respiratorie e dolori alle spalle. In questi casi, la posizione verticale favorisce il drenaggio delle vie aeree e migliora la respirazione. Persone costrette da condizioni mediche specifiche, come insufficienza cardiaca congestizia, possono trovare giovamento dal sonno seduto, che diminuisce la pressione sui polmoni e sul circolo.
Tuttavia, se questa necessità persiste ogni notte, è consigliabile consultare uno specialista del sonno per valutare alternative più salutari e soluzioni personalizzate, come supporti ergonomici o tecniche di rilassamento muscolare da eseguire prima di coricarsi.
- Se si dorme seduti in maniera saltuaria, è opportuno adottare cuscini specifici che favoriscano il corretto allineamento della colonna vertebrale e mantengano la schiena in posizione neutra.
- Per chi soffre di TVP, di allergie o di apnea notturna, la posizione semiseduta può essere temporaneamente utile ma dev’essere accompagnata da controlli medici regolari.
- Adottare una posizione reclinata (più vicina al riposo orizzontale) migliora la qualità del sonno rispetto alla posizione seduta completamente verticale.
- È importante idratarsi spesso e favorire la circolazione delle gambe anche da seduti, muovendo periodicamente gli arti inferiori.
Consigli per migliorare il sonno da seduti
Per ridurre i danni del sonno in posizione seduta è fondamentale scegliere una sedia o una poltrona con poggiatesta ergonomico, utilizzare cuscini per il corpo e sistemare l’angolo di seduta in modo che la spina dorsale resti quanto più possibile allineata. Chi, per ragioni mediche, è costretto a questa posizione può alternare esercizi di stretching leggero per evitare irrigidimenti muscolari e favorire la circolazione.
In sintesi, dormire seduti ogni notte porta con sé rischi significativi sia per la salute fisica che per quella mentale, soprattutto in assenza di controllo medico e di strategie di prevenzione dedicate. Quando necessario, si può optare per accorgimenti pratici e dispositivi progettati per minimizzare lo stress su muscoli e articolazioni, ma il sonno in posizione orizzontale resta la soluzione più raccomandata per il benessere globale del corpo e della mente.