Le malattie delle articolazioni rappresentano una delle cause più frequenti di dolore e disabilità nella popolazione adulta e anziana. Tuttavia, nonostante interessino la stessa sede anatomica e condividano alcuni segnali, artrite e artrosi sono due condizioni profondamente diverse per origine, evoluzione e trattamento. Riconoscere con chiarezza i segnali distintivi tra queste patologie è fondamentale per una gestione tempestiva e adeguata, sia in termini diagnostici che terapeutici.
Origine e natura delle due patologie
L’artrite è una patologia di natura infiammatoria, spesso dovuta a meccanismi autoimmuni. Può manifestarsi a qualunque età, anche nei bambini, come accade nell’artrite reumatoide giovanile. Le forme più comuni sono artrite reumatoide, gotta e artrite associata a malattie del connettivo. La componente infiammatoria causa dolore intenso, gonfiore, rossore e calore nella parte colpita, con un impatto spesso importante sulla qualità della vita e, nei casi più gravi, anche una deformazione articolare definitiva.
L’artrosi, invece, è una malattia cronica degenerativa non infiammatoria, correlata al progressivo deterioramento della cartilagine articolare e delle strutture ossee sottostanti. Coinvolge più frequentemente persone di età avanzata proprio perché il suo sviluppo è legato a processi di invecchiamento, microtraumi ripetuti ed eccessivo carico articolare. L’artrosi evolve lentamente nel tempo, con una sintomatologia che peggiora gradualmente, alternando momenti di relativa stabilità ad episodi di riacutizzazione.
Differenze nei sintomi: campanelli d’allarme
Il dolore è il sintomo dominante in entrambe le patologie, ma le caratteristiche del dolore aiutano a differenziarle. Nell’artrosi, il dolore insorge soprattutto durante l’uso dell’articolazione (camminare, muovere una mano, scrivere), tende ad aumentare con l’attività fisica e spesso si attenua con il riposo. Inoltre, è tipico che la mattina la rigidità articolare sia di breve durata, generalmente inferiore ai 30 minuti, e si manifestino suoni come scricchiolii, noti come crepitii. Un segno curioso ma caratteristico è proprio la sensazione di “sabbia” o di “rumore” durante il movimento, dovuta all’irregolarità della cartilagine consumata.
Nell’artrite, invece, il dolore compare soprattutto a riposo e frequentemente durante la notte; tende a migliorare con il movimento. La rigidità mattutina è più prolungata (oltre i 30 minuti) e spesso accompagna un gonfiore evidente delle articolazioni colpite, che appaiono arrossate e calde al tatto. In molti casi sono coinvolte diverse articolazioni in modo simmetrico, accompagnate da sintomi generali come febbre, malessere e stanchezza marcata. L’impotenza funzionale può essere rapidamente ingravescente se non si interviene con cure appropriate.
I segnali da non sottovalutare
È essenziale prestare attenzione ad alcuni sintomi che rappresentano veri e propri segnali di allarme:
- Rigidità articolare superiore a 30 minuti al risveglio: tipica dell’artrite, soprattutto se associata a gonfiore e dolore notturno.
- Rossore, calore e gonfiore marcato di una o più articolazioni: indicano un processo infiammatorio acuto e possono suggerire la presenza di artrite.
- Dolore che migliora con il movimento: fortemente suggestivo di origine infiammatoria (artrite).
- Dolore che peggiora con l’attività e migliora con il riposo: caratteristico dell’artrosi.
- Deformità articolari in fase avanzata: comuni in entrambe le patologie, ma l’artrite tende a determinare deformità più precoci e severe.
- Presenza di sintomi sistemici come febbre, perdita di peso, stanchezza intensa: indicativi di una malattia infiammatoria sistemica come l’artrite.
Altro elemento rilevante è la velocità di insorgenza dei sintomi: nell’artrite spesso i disturbi compaiono in modo acuto e severo, mentre nell’artrosi l’evoluzione è lenta e subdola.
Quando rivolgersi al medico e importanza della diagnosi precoce
Ignorare o sottovalutare i primi segnali articolari può comportare rischi considerevoli: nel caso dell’artrite, un ritardo nella diagnosi aumenta il rischio di danni articolari irreversibili e disabilità permanente. Una valutazione reumatologica tempestiva consente di impostare una terapia mirata, rallentando la progressione della malattia e prevenendo le complicanze. Nel caso dell’artrosi, invece, intervenire precocemente con strategie di prevenzione e trattamento non farmacologico (esercizio fisico personalizzato, correzione del peso corporeo, protezione articolare) può migliorare notevolmente la qualità della vita e ridurre il rischio di interventi chirurgici invasivi.
La diagnosi si avvale in entrambi i casi di un’approfondita visita clinica, esami di laboratorio (marcatori infiammatori e autoimmunità) e indagini strumentali, tra cui radiografia, ecografia e risonanza magnetica. La presenza di sinovite (infiammazione della membrana che riveste le articolazioni) è indicativa di artrite, mentre il riscontro di riduzione dello spazio articolare e alterazione della cartilagine suggerisce un quadro di artrosi.
In sintesi, riconoscere precocemente e saper distinguere i segnali d’allarme di artrite e artrosi rappresenta il primo passo per una gestione efficace e per la tutela della salute articolare. Non va mai sottovalutato il dolore articolare persistente, soprattutto se associato a gonfiore, rigidità prolungata o sintomi generali: una valutazione tempestiva permette di individuare la causa e impostare il percorso terapeutico più adatto.