Nel mondo delle piante ornamentali e aromatiche, alcune specie presentano una sorprendente somiglianza, che spesso induce a errori potenzialmente pericolosi. Una delle confusioni più frequenti e insidiose avviene tra il vero alloro (Laurus nobilis) e il lauroceraso (Prunus laurocerasus), una pianta molto diffusa nelle siepi di giardini e parchi italiani. La somiglianza morfologica tra queste specie può portare a scambi che, soprattutto in cucina, risultano particolarmente rischiosi per la salute, dato che il lauroceraso è fortemente tossico e la sua ingestione può essere fatale anche in piccole quantità.
Lauroceraso e alloro: perché vengono confusi?
Entrambe appartenenti al gruppo delle piante sempreverdi, l’alloro e il lauroceraso hanno foglie dalla forma ovale, coriacee e lucide. Tuttavia, mentre le foglie di lauroceraso sono generalmente più grandi, più spesse e presentano margini lisci, quelle di alloro sono più strette e allungate, con un aroma tipico e pungente. Questa piccola ma fondamentale differenza spesso sfugge a chi non ha particolare dimestichezza con le piante e può portare all’utilizzo errato del lauroceraso al posto dell’alloro soprattutto per preparazioni gastronomiche.
Nelle siepi ornamentali di molti giardini, il lauroceraso rappresenta una scelta comune per la sua crescita rapida e la sua resistenza. Spesso, nei mercati rionali o nei vivai, possono essere venduti ramoscelli recisi che assomigliano all’alloro, ma senza garanzia sulla provenienza: proprio in questi casi si verificano le confusioni più pericolose.
Composti tossici del lauroceraso e rischi per l’uomo
Il lauroceraso, a differenza dell’alloro, appartiene alla famiglia delle Rosaceae ed è noto per la presenza di glicosidi cianogenici, sostanze che liberano acido cianidrico una volta ingerite. Tra queste, la prunasina, la sambunigrina e l’amigdalina sono presenti in tutte le parti della pianta, con concentrazioni maggiori nelle foglie e nei semi. L’assunzione anche di pochi grammi di foglie può essere sufficiente a causare avvelenamento grave nei bambini e negli adulti, con conseguenze che vanno dalla nausea al vomito, fino alla perdita di conoscenza e, nei casi peggiori, alla morte per insufficienza respiratoria.
- Sintomi neurologici: vertigini, confusione, convulsioni.
- Effetti gastrointestinali: dolore addominale, diarrea, vomito.
- Effetti cardiovascolari: aritmie, abbassamento della pressione arteriosa.
- Esiti fatali: arresto cardiorespiratorio nei casi più severi.
Oltre ai rischi derivanti dall’assunzione di foglie o frutti, anche il semplice contatto cutaneo con il succo della pianta può causare irritazioni o reazioni allergiche, soprattutto nei soggetti predisposti. Per questi motivi il lauroceraso è considerato potenzialmente pericoloso non solo per l’uomo ma anche per numerosi animali domestici, come cani e gatti, che possono ingerirne accidentalmente parti mentre giocano in giardino.
Come riconoscere il lauroceraso e distinguerlo dall’alloro
Per evitare spiacevoli equivoci, è essenziale saper riconoscere con certezza le due specie. Le foglie di alloro sono più sottili, di un verde opaco e sprigionano un inconfondibile profumo aromatico se strofinate. Le foglie del lauroceraso sono più grandi, carnose, di un verde intenso e lucido; se spezzate producono un odore poco gradevole, simile a quello delle mandorle amare, dovuto proprio ai glicosidi cianogenetici.
Altri aspetti distintivi comprendono:
- Fiori: L’alloro produce piccoli fiori gialli raccolti in ombrelle, mentre il lauroceraso presenta grappoli di fiori bianchi in primavera.
- Frutti: Entrambi producono bacche nere, ma quelle dell’alloro sono più piccole e meno carnose.
- Portamento: L’alloro si sviluppa come arbusto o piccolo albero, mentre il lauroceraso tende a formare siepi molto compatte e rigogliose.
Un efficace metodo per evitare errori resta comunque l’acquisto di piante certificate e identificate presso rivenditori affidabili, oltre alla consultazione di esperti in caso di dubbio.
Altre piante “simili” e il rischio di confusione
Il rischio di confusione non riguarda solo il lauroceraso. Esistono in natura altre specie dal portamento o dalle foglie simili all’alloro, ma che presentano una tossicità anche maggiore. Un esempio è l’oleandro (Nerium oleander), anch’esso velenoso in tutte le sue parti, caratterizzato da fiori ornamentali appariscenti e foglie lineari. Un’altra specie da menzionare è la dafne (Daphne mezereum), dagli effetti tossici devastanti sull’organismo umano: anche solo il contatto con i semi o i frutti può provocare lesioni cutanee, mentre l’ingestione di piccole quantità può risultare letale soprattutto nei bambini.
Ci sono poi varietà di alloro “non commestibili”, spesso appartenenti alla famiglia delle Lauraceae ma con caratteristiche e principi tossici differenti dal Laurus nobilis e utilizzate talvolta in ambito ornamentale. Il Laurier rose e l’alloro cinese rientrano tra le principali specie da evitare in cucina, poiché possono causare disturbi gastrointestinali e reazioni allergiche già con l’ingestione di una foglia, e in casi estremi effetti sistemici gravi come insufficienza cardiaca.
Prevenzione e consigli per la sicurezza
Ogni anno si verificano numerosi episodi di intossicazione legati alla raccolta e all’uso improprio di piante aromatiche. Per garantire la propria sicurezza e quella dei propri familiari, si consiglia di:
- Non utilizzare MAI in cucina piante raccolte in giardino o nei parchi, se non si è certi della loro identità.
- Affidarsi ad erboristerie, garden center o rivenditori autorizzati per ogni acquisto di foglie aromatiche o piante commestibili.
- Conservare le piante tossiche, come il lauroceraso e l’oleandro, in zone non accessibili a bambini e animali domestici.
- Educare famigliari, ospiti e personale domestico sulle differenze tra piante simili ma di diversa tossicità.
Ricordare che, in caso di ingestione sospetta di parti di pianta tossica, è fondamentale rivolgersi tempestivamente al Pronto Soccorso portando con sé un campione della pianta per l’identificazione e il trattamento più rapido possibile. Non tentare mai rimedi “fai da te” poiché possono aggravare il quadro clinico e rendere meno efficace la terapia medica.
È dunque essenziale riconoscere che anche le piante più comuni e insignificanti possono nascondere insidie gravi per chi non ha sufficiente esperienza botanica. Il lauroceraso, in particolare, deve essere gestito con grande attenzione e, soprattutto, mai utilizzato in cucina come sostituto dell’alloro. Soltanto la consapevolezza e l’educazione al riconoscimento delle specie garantiscono un uso sicuro delle preziose risorse botaniche che ci circondano.