L’amore per la natura e la passione per il design rappresentano un connubio vincente in una disciplina sempre più centrale nella progettazione contemporanea: l’architettura del paesaggio. In un’epoca in cui l’ambiente costruito entra costantemente in dialogo con quello naturale, la figura dell’architetto paesaggista acquista un ruolo strategico nel valorizzare e proteggere gli ecosistemi, reinterpretando il modo in cui viviamo, lavoriamo e ci relazioniamo con il territorio. L’azione dell’architetto paesaggista si inscrive nella sfida globale della sostenibilità, connette creatività e conoscenza tecnica e permette di perseguire la qualità della vita attraverso interventi progettuali che armonizzano l’ambiente naturale e quello antropico.
L’identità e la missione dell’architetto paesaggista
L’architetto paesaggista è il professionista che si occupa della progettazione, riqualificazione e gestione degli spazi aperti: parchi urbani, giardini pubblici e privati, aree verdi, aree naturali protette, e paesaggi rurali. Il suo lavoro si basa sulla capacità di coniugare competenze tecniche, sensibilità ecologica e visione artistica, interpretando il territorio come un sistema complesso da conoscere, rispettare e trasformare con attenzione.
Le nuove tendenze progettuali nella progettazione del paesaggio puntano su materiali compatibili, tecnologie innovative, soluzioni che favoriscono la biodiversità, sistemi di drenaggio sostenibili e la riqualificazione di aree degradate. L’architetto paesaggista deve essere in grado di valutare le ricadute ambientali e sociali dei propri progetti, collaborando con urbanisti, agronomi, ingegneri e comunità locali per promuovere interventi che siano insieme funzionali, belli e rispettosi dall’ambiente.
Un esempio virtuoso è rappresentato dalle cosiddette Sponge Cities, ossia città che sfruttano infrastrutture naturali per gestire il deflusso delle piogge e prevenire il dissesto idrogeologico, restituendo significato all’azione rigenerativa dell’architettura del paesaggio.
Il percorso formativo: università e specializzazione
Per diventare architetto paesaggista in Italia è necessario seguire un percorso accademico specifico, pensato per fornire sia le basi culturali e tecniche dell’architettura sia le competenze interdisciplinari legate all’ecologia, alla botanica, all’idrologia, all’agronomia e all’urbanistica.
Il percorso tipico prevede:
- Conseguimento di una laurea in architettura, solitamente a ciclo unico quinquennale oppure nella forma articolata di “3+2” (laurea triennale più specialistica magistrale).
- Scelta di una specializzazione in discipline paesaggistiche; le denominazioni più diffuse sono “Architettura del paesaggio”, “Ecologia e pianificazione del paesaggio”, “Progettazione e gestione degli ecosistemi agro-territoriali, forestali e del paesaggio”, “Pianificazione e gestione delle aree verdi” o “Pianificazione, progettazione e gestione del territorio e dell’ambiente”. Il nome del corso può variare a seconda dell’ateneo.
- Acquisizione di competenze pratiche attraverso laboratori progettuali, tirocini presso studi professionali o pubbliche amministrazioni, e la partecipazione a workshop multidisciplinari.
- Superamento dell’esame di stato, che dà diritto all’abilitazione professionale e all’iscrizione all’Ordine degli Architetti (sezione Paesaggisti).
Esistono anche percorsi accademici internazionali affini; ad esempio, in Svizzera si può accedere direttamente a corsi triennali che rilasciano il Bachelor of Science in architettura del paesaggio, cui fanno seguito master e dottorati in centri d’eccellenza come l’ETH di Zurigo. La formazione permanente e l’aggiornamento costante sono fondamentali, poiché il settore si evolve rapidamente e richiede un approccio multidisciplinare sempre aggiornato.
Competenze chiave e potenzialità della professione
L’architetto paesaggista possiede un mix unico di competenze tecniche, scientifiche e artistiche. Deve sapere interpretare la morfologia dei luoghi, comprendere i processi ecologici, gestire la vegetazione, ideare soluzioni per la gestione sostenibile delle acque, integrare elementi di arredo urbano e valorizzare il patrimonio storico, oltre ad avere padronanza di software di progettazione avanzata.
Tra le capacità essenziali rientrano:
- La lettura e analisi del paesaggio;
- La capacità di operare nell’ambito del recupero ambientale;
- La progettazione di spazi pubblici e privati funzionali ed esteticamente pregevoli;
- La sensibilità verso le tematiche di sostenibilità ambientale e resilienza urbana;
- La conoscenza dei vincoli normativi e degli strumenti di pianificazione territoriale.
Il valore aggiunto della professione risiede nel poter contribuire concretamente al benessere delle persone e alla tutela della biodiversità. Le ricerche sottolineano come la presenza di elementi naturali nelle aree urbane favorisca la creatività, la concentrazione, la qualità della vita e il benessere mentale. Questa relazione tra natura e architettura si inquadra nelle nuove teorie della biofilia, che riconoscono come l’affiliazione all’ambiente naturale sia essenziale per la salute e l’equilibrio dell’uomo.
Oggi l’architettura del paesaggio è anche uno strumento di risposta attiva alle sfide poste dai cambiamenti climatici: progetti di forestazione urbana, infrastrutture verdi, corridoi ecologici e riqualificazione delle periferie sono temi di centrale interesse per le amministrazioni e per i cittadini che desiderano una città più vivibile.
Opportunità di lavoro e prospettive future
L’architetto paesaggista può lavorare come libero professionista, fondare o collaborare con studi di progettazione, entrare in società multidisciplinari che operano su scala nazionale e internazionale, oppure inserirsi in enti pubblici (comuni, regioni, agenzie di gestione dei parchi, uffici di pianificazione urbanistica).
I principali settori occupazionali includono:
- Progettazione di parchi urbani, giardini pubblici e privati, spazi open air;
- Recupero di aree industriali dismesse con finalità ambientali e sociali;
- Pianificazione territoriale, integrazione di infrastrutture ecologiche nei sistemi urbani;
- Consulenza su temi di sviluppo sostenibile e gestione delle risorse naturali;
- Partecipazione a concorsi internazionali, attività di ricerca, didattica universitaria e formazione continua.
Il settore si conferma in crescita, grazie alla maggiore attenzione alle tematiche ecologiche e alla transizione verso un modello di sviluppo urbano più sensibile ai cambiamenti ambientali. La diversità delle competenze richieste permette all’architetto paesaggista di spaziare tra attività creative e tecnico-scientifiche, lavorando su scala locale ma anche internazionale.
La figura del progettista del paesaggio dialoga oggi con le sfide della contemporaneità: dall’adattamento delle città al rischio climatico, alla valorizzazione del verde storico, fino alla creazione di aree verdi multifunzionali e spazi pubblici inclusivi. Il percorso professionale, impegnativo ma ricco di stimoli, consente a chi ama davvero la natura e il design di cambiare il volto di intere città e territori, lasciando una traccia concreta e positiva per le generazioni future.
Per chi sente questa vocazione, il cammino per diventare architetto paesaggista rappresenta la risposta più autentica all’urgenza di rinnovare il nostro rapporto con la natura, operando quotidianamente in una disciplina capace di coniugare scienza, tecnologia, arte e passione civile. Attraverso l’azione progettuale e la riflessione critica, la professione offre l’opportunità di acquisire competenze rare e costruire un presente e un futuro in cui il paesaggio e l’ambiente siano finalmente protagonisti.
Un approfondimento sulla definizione tecnica di architettura del paesaggio consente di esplorare tutte le sue potenzialità e il ruolo che questa disciplina svolge, oggi più che mai, nel ripensare la città, la campagna e il territorio.